Collare o pettorina: punti di vista

A cura di Dott.ssa Monica Manari (Medico Veterinario esperto in comportamento animale F.N.O.V.I.) e Giada Balto (Osteopata Animale, Formatrice Dog Massage Academy)

Forse uno dei dibattiti più accesi, quando si parla di cani, è quello in merito alla scelta dello strumento di conduzione (collare o pettorina), scelta in cui gli stessi professionisti cinofili manifestano linee di pensiero molto discordanti.
In questo articolo vogliamo dunque portare un nostro contributo che possa aiutare a fare chiarezza in merito, trattando l’argomento in stile Dog Massage Academy: corpo ed emozioni.

Il cane prova emozioni?

Per anni ci siamo chiesti se un animale fosse in grado di provare emozioni e sentimenti (come se avessimo bisogno di conferme scientifiche); bastava spogliarsi di quel senso di superiorità che ci contraddistingue come specie ed affidarsi ad una buona dose di sensibilità.

Ma dove è arrivata la scienza?
A conferma di ogni ragionevole dubbio, la scienza ci conferma sempre più che il comportamento dei nostri animali è l’insieme di atti che si generano in aree specifiche del cervello e, sotto la guida di un’emozione, inducono al movimento.
Finalmente sappiamo che gli animali sono esseri senzienti: provano dolore e consapevolezza, hanno ricordi in aree specifiche del cervello deputate all’elaborazione cognitiva, necessari per mettere in atto strategie personali sperimentate nel quotidiano.
Insomma, alla base dell’esprimersi c’è il sentire, il tutto magicamente innescato da circuiti neuronali a guida dei quali, come un magnifico direttore d’orchestra, c’è l’emotività.

Le neuroscienze ci confermano che per un apprendimento efficace è necessario uno stato emotivo positivo.


Proviamo allora a cambiare gli occhiali nell’osservare l’apprendimento del cane e domandiamoci quale sia lo strumento meno impattante e più efficace sullo stato emotivo e di conseguenza sull’apprendimento, durante la conduzione al guinzaglio.
Proviamo a riflettere insieme sull’utilizzo di collare o pettorina, senza schierarci a priori su una posizione pro-utilizzo o sulla sua demonizzazione, consideriamo lo strumento in quanto tale.

Il collare


Il collare è una fascia di spessore e larghezza variabile che viene posizionata sul collo del cane e può essere posta più o meno prossimale alla base del cranio, dalla 1 alla 4 vertebra cervicale circa.
Se analizziamo l’anatomia della zona anteriore del collo troviamo tutta una serie di strutture molto delicate: trachea, esofago, faringe, nella porzione laterale importanti vasi sanguigni e nervi, nonché vertebre che racchiudono e proteggono strutture importantissime quali il midollo spinale ed i nervi periferici che da esso fuoriescono.
È abbastanza ovvio comprendere che continui insulti meccanici su queste strutture non possono che provocare dei danni a volte anche irreversibili: lesioni muscolari, sublussazioni vertebrali, irritazioni laringee, tracheiti, a volte lesioni ai vasi sanguigni dell’occhio, paralisi transitoria delle zampe anteriori e del nervo laringeo e danni da compressione nervosa cervicale.
La struttura anatomica del cane è molto simile alla nostra, non nella biomeccanica ovviamente, ma muscoli, vene, arterie, vertebre e organi sono esattamente gli stessi.

collare o pettorina

Già questa valutazione induce una riflessione più consapevole sulla delicatezza con la quale un tale strumento dovrebbe essere utilizzato.
Basterebbe però pensare, come a noi umani piace tanto fare, come possiamo sentirci con un foulard o una sciarpa ben stretta sul collo. Quella pressione potrebbe non essere poi così piacevole, se troppo stretta o se qualcuno per fermarci ne afferrasse un lembo e la tirasse.
Quali sensazioni primordiali innescherebbe? Sicuramente l’intensità della pressione esercitata sulla zona creerebbe in noi una spiacevole sensazione costrittiva.
Figuriamoci se la sciarpa fosse sottile, a scorrimento o a strozzo.
Il collare è uno strumento ancora largamente usato in cinofilia sia per ragioni estetiche, in alcune razze in particolare, sia per tentare di impedire al cane di tirare.

I danni del collare

Partiamo dal guardare, sempre con i nostri nuovi occhiali, il movimento del cane durante l’atto di tirare.

  • Il peso è sproporzionatamente spostato in avanti, lasciando sempre più scarico il treno posteriore così che il baricentro non cada più sull’asse naturale del corpo, ma è spostato molto più avanti. Inoltrela forza con la quale il cane tirerà sarà direttamente proporzionale al suo peso ed alla capacità di appoggiarsi sul collare e quindi sulla mano del conduttore dall’altra parte del guinzaglio, che per bilanciare il traino, sposterà il suo peso indietro.
  • Il posizionamento del collo e la spinta propulsiva creeranno delle contratture muscolari importanti, responsabili di un irrigidimento della schiena.
  • La compressione indurrà nel tempo possibili danni a carico dei vasi sanguigni e della tiroide localizzati nella zona in cui poggia il collare, quindi in diretta correlazione con la pressione esercitata. Più il collare è sottile e maggiore saranno i danni.
  • Per ridurre la forza di traino il conduttore applicherà una forza di trazione opposta e se non sarà sufficiente utilizzerà uno strattone. Nei peggiori dei casi i cani verranno sollevati, impiccandoli o facendo fare loro l'”elicottero”. A volte, per rendere più impattante l’azione, potrà essere utilizzato un collare a scorrimento o a strozzo che richiederà sicuramente una forza inferiore per il conduttore, ma baserà l’efficacia su una pressione dolorosa maggiore sulle strutture del collo ove lo scorrimento è attivo. Il cane sicuramente tirerà meno! Quindi l’umano sarà più appagato.

Gran parte dei nostri cani soffrono di dolori muscolo-scheletrici con localizzazione a livello della schiena e del collo. Spesso questo dolore è subdolo e sottovalutato. Già in uno studio svoltosi molto tempo fa in Svezia su 424 cani si è valutato il legame tra problemi comportamentali e dolore cervicale e dorsale. (“Problem analysis and traning. Statistical follow-up report from instructors trained in handling problem dogs. A. Hallgren 1993”). Tra le possibili cause, per la prima volta, sono state inserite cause legate al tipo di conduzione.

Il 91% dei cani con danni cervicali, indossava il collare e subiva frequenti strattoni o era solito tirare con forza se portato al guinzaglio.

Le emozioni con il collare

Un ulteriore aspetto che necessità una maggiore consapevolezza riguarda la qualità dell’apprendimento di quel soggetto. Ricordiamo la relazione su apprendimento efficace ed emozione positiva?
Tale apprendimento sarà certamente rapido, di tipo associativo, ossia assocerò uno stimolo alla risposta:
richiesta-stimolo-risposta/azione.
L’emozione provata in questa situazione? La paura di provare dolore!
Ora, in termini di relazione, tale emozione creerà nel tempo un contrasto, un conflitto che porterà all’inibizione o alla ribellione all’interno della dinamica relazionale, che non è detto che si manifesti per forza durante la conduzione al guinzaglio.
Sfido chiunque a dimostrarmi che un lavoro cognitivo associato ad un’emozione negativa quale la paura della mano, in questo caso, sia funzionale ad un apprendimento sano ed efficace.
Il collo è una parte del corpo fondamentale per l’animale; serve ad esprimere intenti ed emozioni, viene utilizzata nella comunicazione non verbale per emettere segnali di evitamento, piuttosto che per svolgere una corretta perlustrazione territoriale olfattiva, indispensabile allo sviluppo delle competenze sociali ed ambientali.

Perchè il cane tira così tanto?

Se amplio le mie considerazioni non posso tralasciare un concetto fondamentale che parte da una semplice domanda: perché il cane tira così tanto? Per eccitazione? Questo è solo un aspetto.
Molto spesso, il tirare rispecchia uno stato emotivo negativo. Molti cani manifestano disagio in differenti contesti ambientali, generati da paure alimentatesi nel tempo o delle difficoltà comunicative intra o interspecifiche.
Se per un attimo consideriamo che questa possibilità possa essere vera, domandiamoci allora cosa indurrà in quel cervello ad affrontare una passeggiata con l’umano di riferimento, provando una compressione al collo? Solamente un conflitto in uno stato emotivo già difficile per quel cane e, nei casi più gravi e magari presenti da più tempo, problemi comportamentali e fisici importanti.
Le nostre lenti adesso dovrebbero aver messo a fuoco una visione un po’ più ampia sulla semplice azione di utilizzo di un collare, che pone l’attenzione al cane in quanto essere senziente.

La pettorina

La pettorina svedese, triangolare o “easy-walk”

Si tratta di uno strumento che non tiene minimamente conto dell’anatomia della spalla del cane o, al contrario, la sfrutta a suo vantaggio per tentare di nuovo di impedire al cane di tirare.
La spalla del cane è una struttura particolarmente delicata in quanto, a differenza nostra, essa non possiede la clavicola. La scapola del cane è di fatto ancorata alla gabbia toracica grazie a tutta una serie di strati muscolari che l’avvolgono e la mantengono stabile, consentendo all’arto toracico di compiere principalmente un movimento di protrazione e di retrazione.

collare pettorina


Questo tipo di pettorine, avendo una fascia più o meno stretta, che passa davanti al petto del cane, all’altezza della punta delle spalle, limita notevolmente il movimento di protrazione dell’arto.
In uno studio sull’analisi dell’andatura limitata, il dottor Zink, noto medico veterinario sportivo, ha osservato che i cani che indossavano le pettorine restrittive tipo “easy-walk” caricano meno peso sugli anteriori rispetto al normale – anche quando la pettorina non era attaccata a un guinzaglio – e inoltre, i cani poggiavano meno peso sulla gamba che si trovava più esterna rispetto al conduttore, anche quando non era attaccato il guinzaglio; il tutto si esacerbava con il guinzaglio.

Il dottor Zink spiega che queste pettorine si trovano sopra i bicipiti e i tendini del sovraspinato, due delle strutture più comunemente soggette a trauma negli arti anteriori dei cani, in particolare negli atleti canini.
Afferma che, proprio per logica, si deve presumere che la pressione che questo tipo di imbracatura esercita sugli arti anteriori del cane in un’attività in cui si suppone che il cane stia estendendo gli arti anteriori (cioè, correre, camminare), non è una buona idea, sia per cani sportivi che no.

meglo collare o pettorina

La pettorina ad H


La pettorina ad H, a differenza di una pettorina triangolare, poggia le sue fasce sul cinto scapolare, lascia completamente libero l’arto anteriore in un’andatura fluida e consente un movimento libero del collo, se correttamente regolata.
Questo consentirà una predisposizione emotiva del cane alla passeggiata con il proprio amico bipede più serena e rispettosa e sicuramente un apprendimento più efficace.
Risulterebbe essere dunque uno strumento nettamente meno dannoso di altri, sia da un punto di vista fisico che emotivo. Uno strumento che possa favorire lo sviluppo del corpo e delle competenze.

La scelta tra collare o pettorina quindi dev’essere ben ponderata sul soggetto, tenendo presente quando messo in luce in questo articolo e ricordando che è fondamentale che le persone imparino a conoscere il proprio cane, il suo corpo e la sua comunicazione e questo fa parte della missione di Dog Massage
Academy.

Vuoi entrare a far parte della nostra classe gratuita? Iscriviti direttamente da qui